Apisfero è un’associazione di promozione sociale nata 4 anni fa da un piccolo gruppo con un grande obiettivo: cercare di sviluppare tecnologie utili nel campo dell’apicoltura.
L’idea di applicare la tecnologia alla natura può sembrare strana a qualcuno, ma per Gianluca Francini, tra gli ideatori del progetto, era la migliore soluzione possibile per affrontare uno dei problemi che affliggono le api in questa epoca: le varroe, piccoli acari parassiti che infestano le arnie e uccidono le api domestiche.
«Abbiamo costruito una specie di scanner – racconta Francini – che, esattamente come gli scanner che conosciamo e usiamo nelle nostre case o uffici, rileva l’immagine di un foglio e ci permette di analizzarla». Questo particolare strumento, portatile e comodo da usare direttamente in campo dove si trovano le arnie, traspone in digitale dei fogli che vengono posizionati sotto le arnie per raccogliere i detriti che cadono dalle arnie stesse: «Insieme al materiale di scarto – spiega Francini – cadono anche le varroe. Sono grandi un millimetro e mezzo, quindi difficili da osservare. Lo scanner le rileva e le conta aiutandoci a capire quante sono. Sono presenti ovunque, un vero flagello. Sapere in che numero aiuta ad intervenire per salvare le api».
Gli effetti di questi parassiti sono molto gravi: uccidono le famiglie di api, portano virus che causano malformazioni alle ali e sono molto resistenti ai trattamenti per debellarli.
L’aiuto dell’intelligenza artificiale
Quando pensiamo all’intelligenza artificiale probabilmente non immaginiamo che possa essere applicata al mondo naturale e animale. «In effetti è un concetto poco chiaro – commenta Francini -. Se ne parla tanto, ma viene spiegato poco e male. In generale, possiamo associare l’intelligenza artificiale alle macchine che svolgono qualcosa che pensiamo sia dovuto a capacità cognitive simili a quelle umane».
E nel caso dello scanner per rilevare i parassiti è esattamente così: «Lo strumento è fondamentale perché ci permette di individuare e contare questi minuscoli acari in mezzo a tutti gli altri detriti. Le tecniche tradizionali non sarebbero in grado di farlo. La macchina è quindi stata costruita in modo da riconoscere quello che si trova sui fogli. Sfrutta le reti neurali, modelli matematici molto usati nei sistemi di intelligenza artificiale. Gli stessi che, per esempio, permettono al nostro cellulare di capire cosa gli diciamo, le domande che facciamo e di risponderci in modo corretto».
Perché è importante aiutare le api
A qualcuno tutto questo impegno e tutta questa tecnologia per salvare le api potrebbero sembrare eccessivi. Perché farlo?
Per Francini la risposta è una sola: «Perché le api sono molto importanti per il nostro pianeta. Delle circa 100 specie di colture che forniscono il cibo mondiale, oltre 70 sono impollinate dalle api. Se questi insetti sparissero di colpo avremmo gravi problemi per la produzione di frutta e verdura. Poi ci sono tutti i derivati, come il miele».
Come avere uno scanner
Ma quindi cosa deve fare un apicoltore per avere questo scanner?
«È un servizio che forniamo ai nostri associati – spiega Gianluca Francini -. È sufficiente diventare socio di Apisfero. Noi stiamo lavorando per cercare di trovare una soluzione a questo problema in modo più veloce ed efficace di prima e di definire nuovi protocolli per monitorare e aiutare chi lavora con le api».
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