Bike Pride Torino: perché la bicicletta fa bene

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Bike Pride è un’associazione culturale aderente a FIAB che ha come missione principale la promozione culturale della bicicletta e lo sviluppo della mobilità  nuova (mobilità  dolce e pedonale, trasporto pubblico, sostenibilità ambientale sicurezza stradale), attraverso la sensibilizzazione a vario livello di interlocutori istituzionali, di imprese e di cittadini. È l’organizzatrice dell’evento annuale “Bike Pride” che dal 2010 ha portato per le strade di Torino più di 100.000 persone in bicicletta.

Ne abbiamo parlato con la presidente Elisa Gallo nella puntata di martedì 8 dicembre della rubrica Fa Bene al Clima.

Raccontaci Bike Pride: che cos’è, quando e dove è nato e quali sono i suoi obiettivi?

Siamo nati formalmente nel 2013 per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto in città e promuovere la mobilità attiva in generale, ma il gruppo dei fondatori è attivo dal 2010 quando è stato organizzato il primo “Bike Pride” che alla fine ci ha dato il nome.

Perché è importante andare in bicicletta? E in quanti modi diversi può essere utile a tutti noi?

Andare in bici è importante per molti motivi. Prima di tutto perché è un mezzo sano, che fa bene a chi lo usa perché permette di fare attività quotidiana.

Poi fa bene alla collettività perché nel fare bene al singolo fa bene a tutti: ogni persona in bici è auto in meno che occupa spazio pubblico che invece dovrebbe essere a disposizione di tutti.

Fa bene  anche all’economia, sia della singola persona che risparmia benzina e pagamento del parcheggio, sia all’economia dello Stato e delle amministrazioni locali. Infatti andare in bici vuol dire ridurre i rischi di salute cardiovascolari e quindi permette di risparmiare sui costi della sanità pubblica.

Non dimentichiamo poi che le città che hanno ridotto l’uso delle auto hanno un minore tasso di incidenti.

Torino è anche tra le città più inquinate d’Europa quindi l’uso della bici è uno dei modi per ridurre le emissioni visto che l’uso dell’auto privata è una delle cause principali di inquinamento atmosferico.

Quanto è davvero bike friendly Torino? Come possiamo migliorare la situazione?

La città è potenzialmente molto bike friendly: è pianeggiante, le distanze sono contenute anche se è grande. Il diametro massimo della città è di 10 chilometri e le distanze medie percorse secondo l’Istat sono di 3 chilometri, 15 minuti di bicicletta circa. Tragitti brevi che però in genere si fanno in macchina.

Torino è in piano, si possono percorre distanze brevi, abbiamo una conformazione che sarebbe perfetta per usare la bici. Certo fa freddo, ma il nord Europa ci insegna che si può pedalare in qualsiasi condizione.

Negli ultimi due anni c’è stato un incremento di attrezzature come nuove ciclabili, pedonalizzazioni, manca però una moderazione del traffico, ridurre il numero delle auto in strada e la velocità di percorrenza. C’è ancora molto da fare da questo punto di vista.

Negli ultimi mesi si è visto un incremento dell’uso della bicicletta della popolazione, c’è interesse. Ma ci sono differenze da quartiere a quartiere. In centro ci sono spazi e vie secondarie, ciclabili. In periferia non è così.

Non possiamo farne una colpa a chi non usa la bicicletta se mancano le strutture e un contesto favorevole. Si stanno facendo nuove infrastrutture e qualcosa si sta muovendo. È importante iniziare a pensare non solo dal centro ma anche delle periferie.

Voi avete qualche legame o portate avanti qualche attività in altre zone del Piemonte, o a livello nazionale? Oltre alle città, quanto è importante la bicicletta in zone meno densamente popolate?

È importante anche per chi è di fuori Torino, ma lavora in città, potersi muovere in bicicletta.  Si può usare per arrivare al mezzo pubblico e poi riprendere quando si arriva in centro.

Ma questo non è possibile ovunque. Su alcuni bus non si può portare la bicicletta, la consulta dalla mobilità sostenibile ha già interpellato la GTT per questo. Anche sui treni non è sempre fattibile oppure lo è in numero limitato.

Risolvere questi problemi è una delle sfide da risolvere nei prossimi mesi, siamo già in ritardo in un certo senso. E sarebbe un incentivo anche per il cicloturismo.

Noi facciamo attività di sensibilizzazione su Torino, ma quando ci invitano anche in altri territori. Siamo stati nel Canavese, chiamati da un’associazione che voleva proprio parlare della promozione del turismo in bici. È un territorio vicino, ma non così ben collegato perché i treni sono scarsi la domenica e non sempre si possono portare molte biciclette sopra.

Quali sono i vostri progetti e le vostre iniziative?

Abbiamo attivo il progetto Towndem che ha come obiettivo di accompagnare chi vuole provare ad andare in bici e dargli un mano a scegliere il percorso più adatto. Abbiamo anche guida per aiutare a capire quale bicicletta scegliere per muoversi in città.

A breve apriremo il tesseramento per il 2021 che oltre a sostenere l’associazione permette di avere l’RC conto Terzi in tutta Europa per chi si muove in bici.

Ora siamo attivi virtualmente, in modo discontinuo perché siamo attivisti, ma se ci seguite siamo sempre a disposizione per dare consigli e suggerimenti.

Cosa puoi dire per convincere un “non-ciclista” a inforcare la bici?

La prima cosa che direi è provare, una volta sola, come sfida, poi se non piace si abbandona. Provare permette di capire le distanze, il beneficio, le percezioni e sensazioni. È utile per cambiare il punto di vista e il paradigma in cui siamo inscatolati, anche in riferimento all’abitudine di usare l’auto. Siamo dipendenti dall’auto come dal fumo, dobbiamo scardinare questa dipendenza.

Dobbiamo cambiare abitudini e prospettive e la bici non è per tutti forse, ma è per tantissimi e molti di più di quelli che oggi la usano.

Il Bikesharing è una valida alternativa per provare e testare l’uso della bici?

Sicuramente sì. ToBike quando è nato ha dato una grande spinta all’uso della bici in città permettendo a chi arrivava da zone periferiche o non poteva comprarsi la bici di pedalare. È un peccato che sia in grande crisi e non sia più efficiente per la città.

Oggi però ci sono anche i monopattini: possono aiutare sul cosiddetto “ultimo chilometro”, la breve distanza da stazione a ufficio o da fermata del mezzo al luogo in cui si deve andare.

Tutto ciò che aiuta la mobilitò sostenibile e attiva è benvenuto. Anche l’uso delle bici elettriche che sono utili per chi deve fare tratti lunghi e permette di velocizzare il trasporto, ridurre la fatica e non arrivare sudati a lavoro. Senza dimenticare l’aiuto che può dare nello spostare merci con le cargobike per esempio.

C’è però un grande ragionamento da fare, anche con le aziende, che devono accogliere i lavoratori che usano la bici con possibilità di parcheggio, docce, e tanti altri servizi ad hoc. C’è tutto un mondo da esplorare e migliorare.

Qui trovi il podcast completo

Ascolta “Fa Bene al Clima – Bike Pride” su Spreaker.

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