Crisi Climatica, Crisi Pandemica, Crisi Economica… Crisi Sociale. Stiamo vivendo sulla nostra pelle un periodo che farà veramente la storia. Un vero e proprio momento di fermento culturale che ci chiama tutti a collaborare per un cambiamento all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Questa che abbiamo davanti è un’enorme occasione, un grande momento di svolta che sarà ricordato o come il più importante fallimento o come il più importante successo di cooperazione internazionale. L’agenda che gli stati si sono proposti di rispettare è ambiziosa : nel settembre 2015 i 193 Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità rappresentato dai 17 obbiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’agenda 2030.
Qui, su Educare Fa Bene, vogliamo concentrarci in particolare sull’obiettivo 4 e sull’obiettivo 10 in quanto questa rubrica nasce con lo scopo di esplorare e indagare le potenzialità dell’educazione, in tutte le sue forme, come mezzo per ridurre le disuguaglianze. Ora, che ci apprestiamo a concludere il percorso fatto insieme alla nostra prima ospite, la Dott.ssa Alessia Farinella, e vi presentiamo la seconda, la Dott.ssa Sofia Dal Zovo, ci teniamo fermarci e a individuare un fil rouge, una linea di continuità che unisca il viaggio che stiamo per finire con quello che stiamo per iniziare.
INCLUSIONE e CONSAPEVOLEZZA, due parole dense di significato ma anche due concetti che quando si intersecano migliorano la qualità della vita delle persone. Ecco perché, nell’ambito educativo in particolare, sono sempre di più le occasioni in cui si lavora per promuovere l’inclusione e la consapevolezza, in quanto fornire a tutti un’educazione equa e di qualità, inclusiva e consapevole, è una condizione essenziale per sfuggire alla povertà ed è la base per migliorare se stessi e il proprio futuro.
La parola “inclusione” indica, letteralmente, l’atto di includere un elemento all’interno di un gruppo o di un insieme. È una parola usata in diversi contesti, ma in ambito educativo e sociale, nello specifico, inclusione indica l’appartenere a qualcosa (sia esso un gruppo di persone o un’istituzione) e sentirsi riconosciuti e accolti, nel rispetto delle diversità di ognuno. È facile capire da cosa derivi la necessità di promuovere l’inclusione in ambito educativo e sociale: tra gli individui possono esserci delle differenze a causa delle quali una persona o un gruppo sono “esclusi” dai processi educativi e/o dalla società.
L’inclusione però non è solo un concetto astratto, e soprattutto non ha nulla di scontato. È un principio che si concretizza in tante piccole azioni, in progetti che coinvolgono le persone di ogni età in ogni ambito della loro vita. La storia ci dice che i motivi che possono portare all’esclusione educativa e sociale sono diversi: razza, genere, cultura, religione, condizione di disabilità. La discriminazione per uno di questi motivi può avere luogo in ambito scolastico, lavorativo (decisione di licenziare/non assumere), politico (s’impedisce a un gruppo di persone si essere adeguatamente rappresentate nelle sedi istituzionali), sociale (i diritti fondamentali e i servizi necessari non sono riconosciuti a tutti e nello stesso modo). Allora promuovere processi inclusivi, sostenere attraverso azioni e progetti concreti l’inclusione in ambito educativo e sociale vuol dire promuovere la formazione di società più giuste, più eque, in cui ogni persona è libera di esprimere se stessa nel rispetto dell’altro, in cui ogni persona è riconosciuta e accolta nella sua unicità.
La parola “consapevolezza” indica letteralmente l’essere consci del qui e ora, essere presenti alla situazione che stiamo vivendo nel momento e nel luogo in cui la stiamo vivendo. Nella vita frenetica e spesso sovraccarica che tendiamo a condurre, essere mindful e consapevoli del qui e ora in maniera non giudicante è una capacità assai utile e benefica, ma per nulla scontata da acquisire. Essere consapevoli significa anche sapersi autoregolare e dunque saper gestire quelle situazioni in cui altrimenti ci si farebbe sequestrare da uno scatto d’ira o da un attacco d’ansia. Ecco perché sarebbe opportuno, anzi fondamentale, iniziare a insegnare, fin dalla scuola di prima infanzia, pratiche e tecniche di consapevolezza come quella dello stop and breathe“fermati e respira”.
Le conseguenze di azioni non pensate e non comprese generano danni enormi dal punto di vista relazionale : parole dette o azioni commesse in un momento di rabbia, ansia, paura incontrollata sono in grado di distruggere o deteriorare relazioni fondate su anni di fiducia, a livello sia personale sia professionale. La consapevolezza allora può non solo essere un antidoto contro l’analfabetismo emotivo e pedagogico, ma può anche aiutarci a diminuire nella nostra giornata il numero e il peso di azioni pesanti, tossiche e velenose. Avere consapevolezza di sé significa sapersi prendere cura di sé, e sapersi prendere cura di sé è il primo modo per sapersi prendere cura degli altri.
Alessia Farinella è Pedagogista e Formatrice a livello nazionale e lavora a stretto contatto con gli insegnanti, gli educatori e le famiglie. Si è specializzata sui temi dell’inclusione e in particolare sull’inclusione scolastica e sociale delle persone con bisogni educativi speciali ed è docente di “Pedagogia Speciale” presso l’Università di Torino. https://www.alessiafarinella.it/cms/
Sofia Dal Zovo opera a livello nazionale come Formatrice e Pedagogista, è istruttore Mindfulness per le realtà educative, ragazzi, docenti e famiglie e fa formazione su tematiche di Outdoor Education per la fascia 0/6 anni. Lavora all’Università di Bolzano come Ricercatrice sulla Didattica Inclusiva e all’Università di Bergamo come docente di “Pedagogia e Didattica
Arianna Zatti
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