“fa bene” arriva in Sicilia con i Gruppi di Acquisto Familiari

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“fa bene” nasce a Torino con l’obiettivo di generare inclusione sociale attraverso il cibo, e a partire da questa consapevolezza nel tempo si è diffuso anche in altri territori, sempre partendo dalla consapevolezza che un approccio valido per un territorio non va necessariamente bene per un altro: in ogni situazione bisogna osservare, adattarsi e trovare il modo migliore per rispondere alle necessità locali e valorizzare le risorse che le comunità offrono.

Con queste premesse nasce l’esperienza di “fa bene” in Sicilia, grazie alla collaborazione tra “fa bene”, S-nodi e la Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani. La Fondazione, racconta Daniela Avanzato ai microfoni di “Consonanze, la radio che fa bene”, è un ente filantropico che si occupa di sviluppo locale nelle province di Agrigento e Trapani. La Fondazione ha incontrato “fa bene” nel 2020, in pieno lockdown, e ha deciso di portarlo nel proprio territorio, adattandolo per rispondere ai bisogni del contesto siciliano. Trattandosi di un contesto molto più ampio geograficamente, e non di un contesto urbano come quello torinese, l’approccio “fa bene” non si è sviluppato intorno ai mercati di quartiere, ma si è strutturato sotto forma di Gruppi di Acquisto Familiari.

I Gruppi di Acquisto Familiari

L’elemento centrale del progetto “fa bene” in Sicilia sono i GAF, ovvero i Gruppi di Acquisto Familiari, un modello di acquisto responsabile che restituisce al consumo del cibo un ruolo comunitario. I GAF sono simili ai più conosciuti GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), ma la Fondazione ha voluto rinominarli così per sottolineare l’importanza dell’elemento familiare: fa bene in Sicilia è un progetto di famiglie che aiutano altre famiglie. I “GAF fa bene” sono formati da famiglie responsabili delle loro scelte di acquisto, che si mettono insieme per fare la propria spesa, sia di prodotti agroalimentari che di altre tipologie. Ogni famiglia ordina i prodotti di cui a bisogno, scegliendo da un catalogo di prodotti provenienti soprattutto dalla filiera corta locale sostenibile, rispettosa del territorio e dei propri lavoratori. I processi di acquisto collettivo avvengono attraverso una piattaforma digitale creata ad hoc, l’e-commerce “fa bene”, attualmente in fase di sviluppo. Una volta reso pubblico, attraverso la piattaforma sarà possibile iscriversi o anche attivare un proprio GAF nei territori in cui il servizio è attivo.

Un sistema di consumo alternativo, etico e amico dell’ambiente

La volontà del progetto è quella di promuovere un’economia del cibo buona e giusta, basata sul lavoro giusto e dignitoso. Il primo obiettivo di impatto sociale è di creare dei posti di lavoro attraverso percorsi di inserimento lavorativo. Gli utili che derivano dagli acquisti delle famiglie verranno impiegati per realizzare percorsi di inserimento lavorativo per persone in condizioni di fragilità, grazie all’istituzione di una cooperativa sociale nata con questo preciso scopo. Ci sono poi altri modi con cui il progetto intende generare impatto positivo sulla comunità. Innanzitutto, il sistema dei GAF intende garantire l’accesso a beni alimentari da parte di famiglie vulnerabili, riproponendo un tratto distintivo di “fa bene” quale la “spesa sospesa”: attraverso la piattaforma, infatti, sarà possibile acquistare prodotti e pasti “sospesi”, che poi saranno consegnati a destinazione a persone e nuclei familiari in situazione di necessità. Un altra strategia per produrre impatto sociale è il supporto ai produttori locali che garantiscono il lavoro dignitoso, in un contesto in cui è difficile per i produttori comunicare e giustificare al consumatore finale le ragioni dietro a prezzi più alti della media. Infine, lo sviluppo dei GAF “fa bene” verrà supportato da attività di diffusione e di divulgazione di pratiche di consumo sostenibile, grazie a interventi di animazione locale come laboratori nelle scuole, cene sociali, attività ricreative e visite guidate alle aziende della rete. Quest’ultima attività è sviluppata in collaborazione con Legambiente Sicilia e con le Condotte Slow Food di Agrigento e di Trapani.

A fianco dell’impegno sociale, I GAF “fa bene” si impegneranno anche ad avere un impatto ambientale ridotto e positivo. La selezione in corso delle aziende che entreranno a far parte della rete fa bene verifica anche che esse tutelino i diritti della terra. Inoltre, il sistema di acquisto e distribuzione in sé è pensato per ridurre l’impatto ambientale, a partire dalla filiera corta che è pensata per ridurre le emissioni dovute al trasporto. La riduzione delle emissioni è perseguita anche ottimizzando la logistica degli ordini, prevedendo ordini collettivi e consegnati in un unico giorno della settimana a famiglie che abitano tutte nella stessa zona, permette di ridurre ulteriormente le emissioni. I GAF “fa bene” faranno anche attenzione alla riduzione e all’ecosostenibilità del packaging.

I costi della sostenibilità

Il cibo giusto, sano e sostenibile però rischia di avere dei costi più alti della media, e dunque di diventare un cibo “d’élite”. La Fondazione ha riflettuto fin da subito su questo rischio, trovando due modi per contrastarlo. Innanzitutto, mettendo al centro la democraticità dei prezzi nei GAF, grazie ancora una volta alla filiera corta che snellisce le procedure e elimina molti intermediari, riducendo i costi finali. Dall’altro lato, portando avanti un’azione divulgativa nei confronti dei consumatori, per diffondere la consapevolezza che il cibo giusto, prodotto tramite lavoro dignitoso e attento all’ambiente, ha un costo, e che spesso se un prodotto è conveniente significa semplicemente che quel costo lo sta pagando qualcun altro. La soluzione si trova a metà strada.

I prossimi passi

 La Fondazione sta costituendo la cooperativa sociale in questi mesi. 7 Gruppi di Acquisto Familiari “fa bene” sono già pronti per partire nelle province di Agrigento e Trapani, e da Giugno 2021 si partirà con una fase di testing del sistema e della piattaforma. Il piano di sviluppo però non si ferma qui: entro la fine del 2021 la Fondazione ha intenzione di estendere il sistema oltre il confine delle due province, allargandosi al resto della Regione Sicilia.

È possibile scoprire di più sullo sviluppo di “fa bene” in Sicilia sui canali social (Facebook, LinkedIn) e sul sito della Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani. Per un contatto diretto con la Fondazione sui progetti legati a “fa bene” si può scrivere all’indirizzo email d.avanzato@fcagrigentotrapani.it

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