“La Terra Fa Bene”: storie di parole e di natura

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È cominciata questa settimana la nostra nuova rubrica “La Terra Fa Bene” dedicata a costruire insieme, grandi e bambini, un nuovo linguaggio e vocabolario, in sinergia con la natura.

Buongiorno piccoli contadini! La parola di questa prima settimana è “Reciprocità”.

Facciamo due esempi per capire meglio.

Facciamo finta che io allevo una gallina per le uova, ma la tengo sempre in gabbia, chiusa tutto il giorno.

C’è reciprocità in questo caso? No, non siamo molto amici. Lei non capisce perché deve stare chiusa, e vorrebbe camminare fuori.

Se invece la tengo libera tutto il giorno a scorrazzare nell’erba, mangiando semi e insetti, e la proteggo dalla volpe con un recinto grande grande e chiudendo il pollaio la sera… c’è reciprocità?

Si, in questo caso si!! Lei è felice e protetta, e io in cambio ho le uova.

Facciamo adesso un altro esempio.

Facciamo che io lavoro in una fabbrica, e sono un operaio in gamba, faccio le cose molto bene, ma purtroppo lavoro tantissimo, mi pagano poco, non mi danno mai le vacanze, non ho tempo di stare con i miei bambini. C’è reciprocità? Io faccio qualcosa per il proprietario della fabbrica (lavoro bene, con precisione e responsabilità) ma lui non pensa che ho una vita anche a casa, non. Solo in fabbrica.

Oppure al contrario, se prendo un buono stipendio, ho le vacanze, un orario corretto e tutto il resto, ma quando sono al lavoro sto al cellulare di nascosto, cerco di fare il meno possibile, faccio finta di essere ammalato per stare a casa: c’è reciprocità? Purtroppo no. Il proprietario della fabbrica fa il suo dovere, ma io me ne approfitto.

Se invece faccio bene il mio lavoro, e nello stesso tempo ho anche il tempo di stare con la mia famiglia, e posso fare le vacanze, e la paga è giusta, in questo caso c’è reciprocità. Io faccio qualcosa per te, e tu per me.

Il parallelo con il mondo vegetale

Vediamo come le piante ci possono insegnare la reciprocità… Possiamo fare l’esempio di una cosa che succede sottoterra!

Dovete sapere che le radici delle piante si legano ad alcuni tipi speciali di funghi, le micorrize. Immaginate la radice di una pianta, che più è sottoterra e più è fine e sottile, che, quando finisce, si collega ad un filino bianco e sottile sottile. Questo filino è della famiglia dei funghi, e fa da “prolunga” alla radice.

Sai cche succede? Una cosa incredibile: la pianta e il fungo si nutrono a vicenda! Il fungo porta alla pianta acqua e sostanze che lei non saprebbe assorbire, e la pianta in cambio dà al fungo alcuni nutrimenti che lui non ha.

E succede un’altra cosa incredibile. Questi funghi formano sottoterra una rete attraverso cui le piante comunicano tra di loro! Ma di questo parleremo in una delle prossime puntate.

 Una pianta, il leccio

Il suo nome latino è Quercus Ilex. Si tratta di un albero che nel corso della sua lunga vita (può arrivare a mille anni) raggiunge altezze davvero imponenti.

Appartiene alla stessa famiglia della Quercia, infatti anche lui produce le ghiande, ma a differenza della quercia è un sempreverde, mantiene le sue foglie verdi e lucide anche d’inverno. Per questo è coltivato nei giardini e nei centri storici di molte città italiane, è bellissimo e rimane sempre verde.

Le sue ghiande sono più dolci rispetto a quelle delle querce. Per questo motivo gli animali selvatici (cervi, daini, cinghiali) e domestici (maiali) sono molto golosi delle ghiande di leccio. Sopratutto in passato, i nostri nonni contadini facevano un’ottima farina di ghiande, con cui facevano pane, schiacciate e altre cose buone.

Dalle ghiande quindi il leccio ci dà la farina e cibo per allevare gli animali, e poi ci dà la legna da ardere, nelle città ci dà ombra e bellissime siepi. Per questo noi umani abbiamo sempre avuto cura del leccio. Se puliamo il bosco, lo teniamo libero dall’edera e da altre piante, se facciamo ccrescere le piantine e le piantiamo nei boschi sai cosa succede? Noi facciamo qualcosa per lui, e lui per noi, c’è reciprocità!

Ti lacio qualcosa da fare con i tuoi genitori, i nonni o i maestri a scuola! Le ghiande, una volta mature, possono essere raccolte e seminate in vaso. Provate a raccogliere una ghianda, metterla in un vasetto con il terriccio, e quando avrete la piantina, trapiantatela in un bel posto! Potrete sperimentare la cura e la reciprocità con un essere del mondo vegetale.

 

Pietro Isolan

 

 

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