Lalàgeatelier, il progetto di sartoria sociale che ricuce abiti e vite

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Progetti sartoriali per cucire e ricucire abiti e vite. È l’impegno di Sara Conforti che ha fondato diverse attività tra cui Lalàgeatelier, una sartoria partecipata che si occupa della riqualificazione umana e sociale delle donne vittime di violenza attraverso la formazione professionale.

Permette alle donne coinvolte di acquisire un mestiere nel settore della moda, unendo una grande attenzione all’ambiente e all’economia circolare e puntando sul riutilizzo di outfit e tessuti: «È un progetto artistico inclusivo – racconta Conforti -. Assomiglia ad una semplice sartoria ma è qualcosa di più. Ci sono inclusione, economia circolare e territorio». Il progetto al femminile infatti ha anche come obiettivo la creazione di una rete di produzione territoriale grazie alle partecipazioni di aziende virtuose certificate “Tessile e Salute”.

Lalàgeatelier unisce storie e tessuti: «Gli abiti – racconta la sua fondatrice – nascono da percorsi di memoria. Il lavoro procede seguendo un approccio artistico e si passa attraverso storie positive per arrivare alla creazione di un vestito. L’idea è di andare oltre la narrazione negativa, il focus sull’abuso, ma riscrivere la propria vita partendo da momenti felici e dimenticando l’estetica sanguinolenta che c’è attorno a queste storie».

Per Sara Conforti la sostenibilità è fondamentale e la sviluppa a 360 gradi, non solo attraverso la scelta della “materia prima”: «È un lavoro di riqualificazione umana che passa attraverso la prassi del fare. Voglio aiutare le donne con cui lavoro ad andare oltre la frase “io non sono capace”. Perché invece abbiamo dentro di noi la forza di imparare un mestiere e ricucire gli strappi della vita».

Lalàgeatelier non è un nome scelto a caso: è composto da Lalage, il nome di una delle Città Invisibili di Italo Calvino, quella con la facoltà di rigenerarsi e, ovviamente, da “Atelier”. Arte e cultura infatti sono strettamente legate a questo progetto di economia sociale, vista anche la collaborazione di tanti anni di Conforti con il maestro Pistoletto.

Altro progetto di Sara Conforti è l’Antica Sartoria Errante, nata nel 2010 per dare voce alle storie che gravitano attorno agli abiti: «Si tratta di laboratori mobili di sartoria e moda sostenibile. In questi anni ho insegnato a cucire a oltre 1000 donne e con loro si è parlato e approfondito il tema del consumo e della responsabilità che deve esserci anche nella produzione della moda che ha un notevole impatto economico e ambientale».

Ago, filo, un abito vintage da rimettere a nuovo per permettergli di raccontare nuove storie, un abito nuovo da ideare per cominciare una nuova vita: «Negli anni ho dato il via al cambio vita di molte donne. Penso che che così si possa cambiare il mondo». Un abito alla volta.

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